Nel 2001 prese avvio il massiccio cantiere di restauro dell’Opera House di Sydney, capolavoro architettonico firmato da Jørn Utzon. L’impresa aggiudicataria dei lavori assegnò lo sviluppo della progettazione esecutiva architettonica al noto architetto svizzero Mario Botta.
Botta coordinò un team multidisciplinare di specialisti, tra cui lo studio di ingegneria strutturale BMS, incaricato di sviluppare l’intero progetto delle strutture portanti. Aspetti di particolare rilievo furono le fondazioni, le opere speciali, le imponenti travi Vierendeel della copertura a guscio e le strutture del caratteristico corpo ellittico.
BMS si occupò inoltre del coordinamento generale del progetto edile, armonizzando e integrando le esigenzeimpiantistiche legate alla scenotecnica, all’illuminotecnica e all’impiantistica climatica con i requisiti architettonici e strutturali.
Un intervento articolato e di elevata complessità tecnica, che ha richiesto un approccio olistico e un’attenta progettazione integrata tra le diverse discipline coinvolte, al fine di conservare l’integrità architettonica dell’opera di Utzon pur adeguandola agli attuali standard funzionali, prestazionali e di sicurezza.
Fondamentale è stata la collaborazione tra progettisti, impresa e committenza per il rispetto dei tempi e dei costi prefissati, nonché l’adozione di soluzioni innovative e tecnologie d’avanguardia nei vari ambiti specialistici.
Un restauro conservativo di assoluto rilievo internazionale, che ha permesso di restituire nuova vita a un’icona dell’architettura moderna, preservandone l’originalità estetica e costruttiva pur rinnovandone gli aspetti tecnico-funzionali.